La pasta, insieme alla pizza, è il piatto che rappresenta più di tutti l’Italia. La sua storia è tagliatelleantica e iniziò quando le popolazioni europee cominciarono ad addomesticare il frumento. I Greci e gli Etruschi erano già abituati a produrre e a consumare i primi tipi di pasta. In special modo i Greci cucinavano un impasto di acqua e farina tagliato a strisce, simile alle nostre tagliatelle, che chiamavano làganon (che successivamente i latini tradussero in laganum e che col tempo divennero quelle che in meridione sono conosciute come laina). Il vocabolo latino pasta, che era più generico, deriva dal termine păsta e dal sinonimo greco pàsta-ein, ed ha il significato di ”farina con salsa o condimento” derivante a suo volta dal verbo pássein cioè ”impastare”.

preparazione-pasta-medievoÈ però nel medioevo che comincia ad essere prodotta la pasta simile a quella moderna. Nel 1154, in una sorta di guida turistica, il geografo arabo Al-Idrin menziona “un cibo di farina in forma di fili” chiamato triyah, che si confezionava a Palermo e si esportava in botti in tutta la penisola.

Per quanto riguarda la pasta secca, i primi ad essiccare le paste per aumentarne la conservazione durante i lunghi viaggi, furono gli arabi del deserto, i quali la importarono in Italia durante la dominazione della Sicilia.

Un altro cambiamento che portò alla formazione della pasta moderna è la cottura attraverso l’uso dell’acqua bollente: gli antichi cuocevano le antiche lagane nel forno con il condimento come liquido di cottura.

Sempre in questo periodo si cominciano a trovare diversi formati di pasta: le prime pastetagliatelle2 forate, come rigatoni, penne e bucatini, soprattutto nel sud Italia e quelle ripiene tipiche del centro nord. Probabilmente importata dalle popolazioni nordiche fa la sua comparsa anche la pasta fresca all’uovo.

Nel Medioevo, inoltre, sorsero le prime botteghe per la preparazione e la vendita di pasta. Già a metà del XIII secolo si installarono grandi pastifici, prima a Napoli e Genova, e in un secondo tempo anche in Puglia e in Toscana. Nel ‘500 i maestri di paste alimentari si riunirono in corporazioni.

La tecnica dell’essiccazione permise alla pasta di essere esportata e conosciuta anche nelle corti europee, dove veniva considerata un’originale leccornia, una stravaganza italiana ed una prelibatezza per ricchi. Al contrario, in Italia, la pasta era un alimento popolare consumato quotidianamente. I condimenti erano i più disparati e cambiavano in base alle regioni e alla disponibilità.

Fabbrica di maccheroni a Palermo
Fabbrica di maccheroni a Palermo

Tra i condimenti più antichi non compare, però, il pomodoro. Importato in Europa solo dopo il XVI secolo, per parecchio tempo fu usato come pianta ornamentale a causa della somiglianza con altre piante velenose.

Grazie al consumo di pasta, il nostro paese fu uno dei primi ad utilizzare uno strumento che nelle tavole moderne è immancabile: la forchetta.

 

In tempi moderni, a causa delle migrazioni italiane di inizio ‘900, la pasta si diffuse e divenne uno dei simboli dell’Italia all’estero.

 

 

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